Paradosso auto elettriche | Cosa sta succedendo in Italia

Cosa succede al mercato delle auto elettriche in Italia e delle infrastrutture necessarie per la loro circolazione

Punti di ricarica batteria BEV
Ricarica BEV (Foto Adobe – dcmotori.it)

Il mercato delle Battery Electric Vehicle (BEV), cioè delle auto che si affidano a a un motore elettrico alimentato a batteria e che pertanto non richiedono alcun combustibile di origine fossile, è stato scosso dopo la decisione della Commissone europea di bandire, dalla vendita nel continente, i modelli con motori endotermici, cioè a scoppio, nel 2035.

La scelta è a vantaggio delle vetture con batteria elettrica che si ricarica tramite una fonte di alimentazione esterna, prive al 100% per cento di emissioni a livello locale. Di tratta di una scelta epocale che cambierà le abitudine, le produzioni, i paesaggi ma che richiederà di certo una lunga fase di transizione per modificare scenari radicati da più di un secolo di motori alimentati con carburanti fossili.

Il mercato auto elettriche in Italia e le sue contraddizioni

Punti di ricarica batteria BEV
Ricarica BEV (Foto Adobe – dcmotori.it)

Mentre tutta Europa segna una crescita delle immatricolazioni di automobili a batteria elettrica, l’Italia va in controtendenza con un calo della quota di mercato dal 7 al 4,3 per cento , accompagnato da un numero minore delle immatricolazioni (-26,9 per cento e 49.179 unità). Eppure nonostante questa drastica riduzione di auto nuove c’è stato un incremento notevole delle infrastrutture pubbliche per la ricarica.

Nel 2022 sono state installate ben 10.748 nuovi stazioni, di cui 3.996 solo nel quarto trimestre. La rete italiana di stazioni di rifornimento elettrico è la più sviluppata d’Europa con 36.772 punti di ricarica. In particolare la densità in rapporto al parco elettrico circolante è la migliore dei grandi Paesi europei. Ogni 100 elettriche circolanti, in Italia ci sono 21,5 ricariche pubbliche, rispetto alle 11,5 della Francia, alle 8,2 della Germania e alle 8,9 della Gran Bretagna.

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Le priorità del settore sono tre: risolvere il ritardo della presenza di infrastrutture nelle autostrade; accelerare le procedure amministrative per le nuove installazioni, non perdere i 700 milioni di euro del Pnrr destinati alla creazione di 21mila punti di ricarica ad alta potenza.

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Già oggi  le ricariche ad alta potenza sono di più in rapporto al numero di mezzi elettrici in circolazione che nel resto d’Europa. Attualmente sono 2,6 ogni 100 Bev circolanti, contro gli 1,5 di Francia, Germania e Regno Unito. Risolvere le urgenze significa sostenere un comparto proiettato al futuro e non lasciare il Paese troppo indietro in questo settore in forte sviluppo.